Jiu Jitsu applicato all’MMA – Brazilian Jiu Jitsu Verona

Kombat League – Cage Fight 13
L’esordio vincente dopo una intensa collaborazione di quasi due mesi tra il Maestro Marcel Leteri e l’atleta Franco de Martiis.

F.lli Leteri Brazilian Jiu Jitsu Verona al Cage Fight 13.

– Cage Fight 13 – Franco de Martiis e Marcel Leteri (Foto Massimiliano Zucchi)

Micheal Jordan una volta ha detto: Posso accettare di fallire, chiunque fallisce in qualcosa. Ma io non posso accettare di non tentare.

Forse Franco de Martiis non ha mai sentito questa frase del più grande campione di basket di tutti i tempi, ma la grinta e la motivazione che l’hanno spinto a entrare nella gabbia per disputare il titolo mondiale della Kombat League deve essere stata molto simile a quella che ha reso grande l’atleta dei Bulls.

Parliamoci chiaro, viviamo in un epoca in cui la mercificazione di qualsiasi sport rende anche le discipline più dure dei puri esercizi di stile, ogni giorno ci vengono proposti corsi di fit boxe, fight 4 fitness, tae bo e qualsiasi altra aberrazione vi venga in mente, il Jiu Jitsu, la lotta e l’MMA ancora rimangono discipline vere in cui non si può simulare una leva, improvvisare uno strangolamento o mimare un ko.

Franco a 43 anni ha abbandonato la sua zona di conforto fatta di dischi di ghisa e bilancieri per rimettersi in gioco e strabiliare tutti con il suo spirito guerriero e ancora di più ha dimostrato una grande maturità riconoscendo i suoi punti deboli e decidendo di approfondire lo studio della lotta a terra con il Jiu Jitsu Brasiliano targato Fratelli Leteri – Brazilian Jiu Jitsu Verona.

E’ nata da questa presa di coscienza la bellissima sinergia tra il maestro Marcel Leteri, riferimento italiano per la Lotta Grappling e il Brazilian Jiu Jitsu, e Franco che, in compagnia del suo amico e sparring Ricardo Jantus, ha intrapreso un intenso percorso dello studio del BJJ applicato all’MMA.

Franco non si è mai tirato indietro durante le dure lezioni di Marcel fatte da un intenso interval training di round di lotta partendo sempre dalle posizioni peggiori in cui un atleta di MMA possa trovarsi: monta e side control.

Questo lavoro di sacrificio si è rivelato fondamentale per la vittoria del nostro campione che, più volte, durante l’incontro, si è trovato in posizione di svantaggio e momentaneamente sovrastato dalla stazza dell’avversario ma è sempre riuscito ad invertire la posizione trovando i varchi per contrattaccare l’austriaco con il suo poderoso ground&pound.

Il primo round si è concluso con la netta vittoria di Franco che, una volta sfuggito da un pericoloso, arm lock ha dominato l’incontro a terra dimostrando l’efficacia della strategia pianificata con Marcel e imponendo una costante pressione sul suo avversario che sommerso di colpi è riuscito a stento a difendersi.

Il secondo round è stato quello che ha sancito la vittoria di Franco di fronte al pubblico accorsi al Lido di Torri per vedere il loro beniamino.

Purtroppo il coronamento del sogno del nostro atleta non è arrivato come lui sognava, ovvero attraverso un ko o una sottomissione, ma da un giustissimo intervento arbitrale che ha sancito la fine dell’incontro e la squalifica dell’atleta austriaco.

Franco, in un momento di difficoltà, per altro gestita con grande freddezza, è stato vittima di una ginocchiata al mento mentre si trovava con mani e ginocchia a terra, l’arbitro pur conscio dell’errore dettato dalla furia agonistica più che dalla cattiveria non ha potuto far altro che interrompere l’incontro e consacrare Franco con la meritatissima cintura di campione.

La storia di Franco è stato un grande esempio per tutti, la dimostrazione che la volontà rompe qualsiasi barriera e per noi, allievi di Marcel ed amanti del BJJ, la riprova, seppur scontata, che la lotta a terra è ancora la chiave di svolta per le discipline di combattimento perché, come diceva Carlos Machado:
“Dopo il clinch, non importa ciò che accade, in un modo o nell’altro, noi andiamo a finire per terra, e lì noi saremo nel mio mondo. La terra è il mio oceano, io sono lo squalo, e la maggior parte delle persone non sa nemmeno nuotare”.

Paolo Limauro.