Testimonial: Marco Pigozzi

La mia passione per le arti marziali inizia tra gli 8 e i 9 anni. I film di ninja e samurai , contornati dai vari cartoni animati del periodo sono stati il life-motive della mia infanzia. All’età di 9 anni ho messo il piede sul primo tatami all’interno di un dojo. In realtà non si sapeva bene cosa facessero e non l’ho mai capito; un misto tra  karate e kickboxing casalinga. Ma purtroppo la decisione sul luogo l’avevano presa inconsciamente i genitori sotto consiglio di amici.

Sono rimasto all’interno di quel dojo per circa 4 anni poi, visto che tutti gli amici giocavano a calcio mi sono dedicato a quello fino all’età di 19 anni. Ad ottobre del 2003 inizia la mia seconda vita marziale con il VOVINAM VIET VO DAO disciplina che ho praticato continuamente per 16 anni raggiungendo il grado di aiutante maestro, per capire una cintura nera 3° dan. Questa mia passione per le arti marziali si è trasformata nel tempo in passione e studio del  movimento umano. Infatti di conseguenza mi sono laureato in Scienze Motorie.

Mi sono avvicinato al Brazilian Jiu Jitsu per caso. Ero alla ricerca di un modo nuovo, diverso di interpretare e vivere l’ arte marziale. Questa mia ricerca è durata 5-6 anni ed è passata prima attraverso il pugilato e poi per il Kali Filippino, fino ad approdare al Brazilian Jiu Jitsu.

Durante questi anni mi sono reso conto che alcune arti marziali vengono vissute e praticate con troppi schemi rigidi sia tecnici che morali. Il Maestro viene visto come un qualcosa di superiore ed inarrivabile, tenuto su di un piedistallo senza la possibilità di poter interagire con lui se non attraverso altri schemi imposti.  Una volta in una riunione tra maestri due maestri portarono questo esempio: “vedete ragazzi se io chiedessi al mio maestro di che colore vede quell’albero e lui mi rispondesse blu, io potrei rispondere: ma maestro è verde, lui risponderà nuovamente blu, ed io direi verde e lui blu. Alla fine io dovrò dire che è blu perché: se il mio maestro lo vede blu allora ci sarà un motivo per cui io dovrò vederlo blu. Ma lo capirò solo col tempo.” 

Con il Brazilian Jiu Jitsu è stato tutto diverso fin da subito, è un’arte marziale e come tale ha dei principi e delle regole, ma è capace di aggregare le persone attraverso il confronto continuo, non divide per livelli ma mischia sempre le carte in tavola ad ogni lotta. Esistono tecniche codificate ma nessuno ti dirà mai che la tua tecnica è completamente sbagliata. Perché ogni uno è libero di interpretarle secondo il proprio modo di lottare e di percepire l’arte. E questo avviene a tutti i livelli dalla cintura bianca alla nera.  Il maestro è un compagno di allenamento che ha semplicemente più esperienza di te e ti tratta da tale. Ringrazio moltissimo Matteo, Marcel e Leonardo per avermi fatto scoprire questo nuovo mondo marziale e questa bellissima arte. Non so se la mia ricerca si fermerà qui ma al momento ogni giorno che passa non aspetto altro che indossare il Gi e salire sul tatami.

Ogni lotta è incerta sta a noi trovare la strada giusta. Una volta si vince, un’altra si impara.

Vieni a trovarci per una prova di Brazilian Jiu Jitsu nella sede Yamakasi a Verona Est.

http://yamakasi-academy.com/

Marco Pigozzi.